Una politica regionale di attrazione degli investimenti

Una politica regionale di attrazione degli investimenti

Cgil, Cisl, Uil, Ugl ritengono che nuovi investimenti e insediamenti produttivi nella nostra regione debbano essere una componente irrinunciabile per il ritorno alla crescita economica ed occupazionale.

L’Abruzzo è una regione industriale con un importante apparato produttivo, articolato su più settori. L’industria, con particolare riferimento alla grande impresa, ha rappresentato la differenza tra l’Abruzzo e il resto del Mezzogiorno. Anche in Abruzzo, però, la crisi ha distrutto una parte di capacità produttiva e ulteriormente frammentato la piccola impresa.

Le sfide ineludibili con cui misurarsi sono quelle dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, della crescita dimensionale, della capacità relazionale, della produttività.

L’adozione della strategia cosiddetta delle 3 “S”, richiesta dalla programmazione europea, è stata colta come occasione per individuare i comparti strategici dell’industria abruzzese, base su cui definire linee di politica industriale regionale.

Il confronto organizzato dall’assessorato attività produttive presso lo stabilimento della Fater a Pescara, che ha coinvolto aziende, università, centri di ricerca pubblici e privati e le parti sociali, e il cui sbocco sarà la sottoscrizione della Carta di Pescara, intende qualificare sul tema della sostenibilità l’apparato produttivo installato in Abruzzo.

Il Commissariamento dell’ARAP è stato impostato, anche su sollecitazione delle parti sociali, al servizio di obiettivi di rilancio dell’ente, che dovrà garantire le attività e i servizi propri dei consorzi industriali, dalla messa a disposizione di aree attrezzate alla depurazione delle acque, con standard omogenei in tutto il territorio e sostenibilità economica, fungendo da braccio operativo delle politiche regionali dell’industria e dell’attrazione di investimenti.

Il completamento del ridisegno delle aree di crisi, semplici e complesse, consentirà la prosecuzione degli interventi di rilancio d’area avendo un quadro aggiornato delle criticità territoriali e settoriali su cui agire e la possibilità di farvi operare anche i nuovi strumenti previsti dalla rinnovata 181/89.

L’aggiornamento della legge regionale 40/2012 sulle attività produttive dovrà tenere conto delle novità intervenute, alcune delle quali sono sopra richiamate, e provvedere alla selezione dei poli di innovazione e al loro coordinamento (piattaforma dei poli).

Il Consiglio Regionale per la Ricerca e lo Sviluppo, istituito con delibera di Giunta 721/15, può rappresentare un altro strumento importante di politica industriale, se sarà utilmente integrato con una più ampia partecipazione delle parti sociali, per configurare un sistema regionale della ricerca, pubblico e privato, includendo anche soggetti imprenditoriali che fanno ricerca, superando una logica solo accademica che si rapporta poco con le attività produttive.

Non mancano, però, anche punti di debolezza da superare, tra cui la necessità di un rafforzamento del capitolo sviluppo economico nel Fondo Sviluppo e Coesione; di soluzioni più efficaci in materia di credito, a partire da un nuovo ruolo della FIRA; di una riorganizzazione profonda ed efficace della pubblica amministrazione regionale; dell’abbattimento – benché graduale - della fiscalità di svantaggio.

Da quanto sommariamente richiamato, è evidente che, nonostante criticità e ritardi, ci sono oggi in Abruzzo le condizioni per passi avanti significativi dal punto di vista della politica industriale, di cui un’azione sistematica di attrazione di nuovi investimenti e di localizzazione di nuovi insediamenti è una componente importante.

Un’attenzione particolare meritano gli indotti dei grandi gruppi, che rappresentano un segmento di piccola impresa che, grazie ai sistemi più ampi in cui è inserita, è più portata all’innovazione, alla crescita dimensionale, all’internazionalizzazione: le politiche di attrazione degli investimenti devono porsi l’obiettivo di una crescita quantitativa e qualitativa degli indotti dei grandi gruppi istallati in Abruzzo, che possono indicare vie positive di evoluzione all’insieme delle piccole imprese locali.

 

Il ruolo della Regione

La Regione può svolgere un ruolo decisivo ai fini di una valida politica di attrazione di investimenti, di cui indichiamo per titoli gli elementi più importanti:

 

  • coordinamento generale della politica di attrazione di investimenti
  • impegno e coordinamento, ciascuno per le proprie competenze, di ARAP, ARIT, FIRA
  • ricerca di investitori nazionali ed esteri
  • promozione dell’immagine dell’Abruzzo, delle sue realtà produttive, delle opportunità d’investimento
  • realizzazione del portale del marketing territoriale
  • mappatura delle aree industriali, adeguatamente attrezzate dal punto di vista infrastrutturale e dei servizi
  • definizione di una politica regionale di fiscalità di vantaggio in favore di nuovi investimenti innovativi caratterizzati da nuova buona occupazione di qualità e stabile
  • sollecitazione e coordinamento di politiche comunali di fiscalità di vantaggio
  • semplificazione e certezza dei tempi nell’espletamento delle procedure burocratiche
  • capitale umano e formazione
  • individuazione degli strumenti finanziari disponibili per supportare l’investimento
  • messa in relazione con il sistema regionale dell’Università e della Ricerca, messa in relazione con la strumentazione della politica industriale regionale: poli di innovazione, reti di impresa, etc.

Il ruolo delle parti sociali

Le organizzazioni sindacali hanno svolto un ruolo importante nella crescita dell’apparato produttivo abruzzese. Dietro molte delle storie di tenuta e di successo delle aziende insediate nella nostra regione, ci sono accordi sindacali che hanno saputo trovare soluzioni condivise ed efficaci.

Cgil, Cisl, Uil, Ugl si propongono di tenere viva e rinnovare questa tradizione positiva del sistema regionale di relazioni industriali, con l’obiettivo di un nuovo ciclo industriale, economico ed occupazionale che recuperi i danni inferti dalla crisi e ci veda protagonisti come regione industriale anche nella sempre più difficile competizione globale.

Gli imprenditori che decideranno in favore di nuovi investimenti ed insediamenti in Abruzzo, troveranno un sistema consolidato di relazioni industriali, caratterizzato da un esercizio della contrattazione ad opera delle Categorie interessate – con il supporto delle rispettive Confederazioni firmatarie di questo protocollo - teso a trovare le migliori soluzioni, efficaci e condivise, nel quadro della valenza e della centralità di quanto disposto dal Contratto nazionale di riferimento, dalla fase di start-up all’andata a regime, su materie oggetto della contrattazione di secondo livello quali:

  • formazione, professionalità, inquadramento e innovazione organizzativa
  • sistema degli orari
  • salario di produttività

Le relazioni industriali e la contrattazione saranno inoltre impegnate sui temi della salute e sicurezza; del welfare contrattuale; della formazione continua; dell’alternanza scuola-lavoro; del radicamento dell’impresa nel territorio, a partire dallo sviluppo in loco di indotti adeguati; dal rapporto con il mondo dell’Università e della Ricerca; dalla partecipazione piena alle opportunità offerte dalla programmazione e dalle politiche regionali che interessano lo sviluppo.







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