Vertenza Sixty

Vertenza Sixty

La vertenza dell’azienda Sixty è ritornata sul tavolo del Ministero dello sviluppo economico, dopo che nei precedenti incontri erano state trovate risposte al  futuro dello stabilimento della Provincia di Chieti. Oggi,  per la prima volta, era presente il nuovo proprietario, il Fondo d’investimento Crescent HydePark , oltre ai vertici della Sixty,  alle Istituzioni (Comune, Provincia, Regione) e ai sindacati confederali e di categoria.

“I rappresentanti della Crescent  HydePark  hanno presentato un piano industriale inaccettabile - afferma Ettore Di Natale della Femca di Chieti: un piano, che prevede la costituzione di una nuova società con 57 lavoratori, e rappresenterebbe secondo i nuovi proprietari il seme per far rinascere l’industria della moda nelle provincia abruzzese; ma non c’è un preciso piano di rilancio .

Un piano irrealizzabile perché non sostiene i livelli occupazionali, infatti si  prevede un esubero di 350 persone nell’azienda  a cui si aggiungono coloro che lavorano nella rete di vendita con  la chiusura di circa 40 negozi su tutto il territorio nazionale.  Questo ridimensionamento non è stato accettato dai sindacati e dalle istituzioni perché tutela solo la società e non i 404 lavoratori attuali. E’ un’operazione di  strumentalizzazione per nascondere le scelte future dei proprietari e del nuovo assetto societario” .

Sindacati ed Istituzioni hanno suggerito per il prossimo incontro, fissato per il 29 ottobre, di verificare la possibilità di accedere alla procedura di amministrazione straordinaria delle imprese in crisi per ricercare soluzioni alternative e strategie da intraprendere per mantenere in piedi l’azienda, i marchi ed il lavoro .

Oggi, la produzione nello stabilimento di moda di Chieti Scalo è al minimo, e quasi tutti i lavoratori e le lavoratrici sono in Cassa integrazione. Negli ultimi giorni sono stati richiesti ammortizzatori sociali anche per gli stilisti e i modellisti. I tempi di ripresa non possono prolungarsi perché  peggiorerebbero le già gravi condizioni dell’azienda visti  i debiti con i creditori presenti nel bilancio aziendale.

L’azienda, nella persona dell’Amministratore delegato Pietro Bongiovanni, nei mesi precedenti ha chiesto di aprire il procedimento di concordato preventivo. Secondo la nuova normativa  in materia, l’ammissione del concordato da parte del Tribunale avverrà dopo che l’azienda avrà presentato entro un determinato periodo un  piano di gestione, inoltre questa procedura concorsuale consentirà ai lavoratori di poter prolungare di un anno  la Cassa integrazione straordinaria  in  scadenza il prossimo  marzo per motivi di “crisi” , con la possibilità di proroga che dovrebbe essere concessa dal Ministero.

“Il mantenimento  dei  “marchi” e la ripresa della produzione sono gli aspetti prioritari  che devono essere salvaguardati per evitare conseguenze disastrose sul piano occupazionale ed economico delle Provincia di Chieti ed in particolare della Val Pescara viste le tante ed importanti vertenze aziendali e territoriali aperte, - conclude Leo Malandra, Segretario Responsabile  CISL Chieti ”.

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