Le strutture di riabilitazione appartenenti all’ ARIS
La CISL FP Abruzzo assiste con imbarazzo al teatrino politico messo in piedi, in questi giorni, dagli opposti schieramenti sulle reciproche responsabilità in tema di sanità e nello specifico sulla compartecipazione alla spesa delle rette per disabili, anziani e malati psichici. Mentre i politici continuano la loro recita, il mondo reale va “duramente” avanti e presenta il conto dei provvedimenti emessi in questi anni sul settore. Purtroppo, e siamo stati facili profeti in tal senso, le strutture di riabilitazione appartenenti all’ ARIS Regionale hanno dichiarato lo stato di crisi aziendale ed aperto le procedure di licenziamento collettivo dei lavoratori ( vedi nota allegata) con enorme danno all’assistenza per i disabili, alle famiglie che saranno costrette a rinunciare al servizio sanitario poiché tassato di 1500/2000 euro/mese ed ai lavoratori che perderanno il posto di lavoro. È questa la sola ed unica amara realtà dei fatti. Non le rassicuranti interviste giornalistiche dell’Assessore Paolucci oppure le farsesche conferenze stampa di Chiodi e colleghi. Quando questi signori si trovano all’opposizioni politica, a sentirli parlare, sembrano tutti dei “salvatori della patria”, poi quando assurgono al ruolo di governanti seguono uno sconcertante filo di continuità con chi li ha preceduti. Sconfessando tutto ciò che hanno propugnato nei 5 anni di opposizione precedente. E per rimanere in tema di par condicio, usando una similitudine, possiamo tranquillamente affermare che Chiodi ha portato, nei suoi circa 6 anni di governo, tutto il comparto della salute mentale, disabilità ed anziani non autosufficienti sull’orlo del baratro e D’Alfonso gli ha dato la spinta finale.
D’altronde basta leggere le motivazione che inducono l’ ARIS Regionale a dichiarare lo stato di crisi per rendersi conto che la situazione viene da lontano e cioè dai primi provvedimenti presi da Chiodi e Venturoni nel 2009, appena insediati, che non riconobbero il budget fatturato dalle strutture Sanitarie extra ospedaliere decurtandole di circa 10 ml.(da 78 ml. a 69ml), il successivo abbattimento delle tariffe residenziali e semiresidenziali introdotte con il famigerato l’art. 14 nei contratti negoziali con i privati (oggi ancora oggetto di ricorso) procurando un ulteriore danno stimato per diversi milioni di euro, l’ulteriore taglio del budget di 10 ml. di euro con il decreto 51/2013 e la sua incapacità e grave inadempienza, insieme a tutta la sua maggioranza politica, corresponsabile al suo pari, di non aver saputo, in circa 6 anni di governo, attuare un piano territoriale della residenziali e semi residenzialità, che desse stabilità e certezze di programmazione a tutto il settore, nonostante le indicazioni fossero già contenute nel PSR (Piano Sanitario Regionale) 2008/2010. Bastava solo copiarlo. Criticità che a più riprese il tavolo di monitoraggio ha sottolineato come mancato adempimento per arrivare ad ottenere i L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza). Su tutte queste “lacune”, il centrosinistra ha costruito una giusta opposizione politica cavalcando il malcontento ed organizzando le associazioni di disabili e familiari in una forte mobilitazione. Il loro silenzio attuale, di fronte allo sconcertante provvedimento preso dal Commissario, è sotto gli occhi e le orecchie di tutti su cui non vale nemmeno la pena infierire. Sta di fatto che i Sindacati, dalla prossima settimana, cominceranno a rispondere alle convocazioni delle Aziende Private per iniziare le trattative sui i licenziamenti dichiarati e sulla conta del numero degli operatori da collocare nelle liste di mobilità.
IL SEGRETARIO REGIONALE
Davide Farina