Opportunità imperdibile per l'Abruzzo

Opportunità imperdibile per l'Abruzzo

L’Abruzzo fa fatica a realizzare i progetti, è in ritardo nella programmazione  e non riesce a spendere le risorse assegnate dal FSE.  Lo rileva il Ministero per lo sviluppo, esaminando i dati del monitoraggio dello scorso mese di maggio, che evidenzia che la spesa complessiva si è fermata ben 8 punti sotto l’obiettivo programmato.   

Eppure la capacità di utilizzare i fondi strutturali europei rappresenta per la Regione  un’importante opportunità, forse l’unica,  per vincere le sfide della competitività e per rilanciare l’occupazione.

Al’inizio di quest’anno gli occupati rilevati dall’Istat erano 475 mila, oltre 25 mila in meno rispetto allo scorso anno, 46 mila in meno rispetto al 2008, l’anno che ha preceduto l’inizio del più lungo e devastante periodo di crisi dal dopoguerra. La caduta dell’occupazione non si ferma e i disoccupati sono saliti a 75 mila, più del doppio rispetto a 6 anni fa. Ma sarebbero molti di più se la Regione non avesse potuto utilizzare le risorse per finanziare la CIG in deroga. Sono numeri drammatici a cui si sommano le conseguenze del terremoto del territorio aquilano sul sistema economico e produttivo, per questo le scelte europee del nuovo Governo regionale dovranno tenere conto dell’urgenza di arginare la perdita di posti di lavoro e le difficoltà dell’apparato produttivo e di favorire un’inversione di tendenza dell’economia e dell’occupazione.

La Regione deve fare un salto di qualità nella Programmazione 2014-2020 rafforzando la partecipazione del sistema produttivo, della ricerca e degli Enti locali nell’acquisizione dei Fondi Diretti dei Programmi Comunitari. Si tratta di consistenti risorse. Su questo versante infatti, l’Abruzzo è messo male: si è aggiudicato solo 1,1% del totale dei finanziamenti italiani, presentando progetti dal valore medio pari a 101.750 euro contro i 466.246 dell’Italia e i 940.667 euro della Germania. Sono dati che delineano un situazione deludente, caratterizzata da due grandi limiti, che sembrano insormontabili: l’incapacità di fare sistema e alleanze, e la bassa qualità progettuale.

Non si parte da zero per individuare gli obiettivi su cui concentrare le attività, il documento approvato dall'OCSE sull'Abruzzo post terremoto fornisce già importanti chiavi di lettura, così come la programmazione dell'aprile 2013 dei Fondi FSC (ex Fas) delinea le scelte fin qui compiute. Inoltre anche la LR 40 del 2012 (cosiddetta “Legge sullo sviluppo”), con particolare riferimento a Poli di innovazione e reti di impresa, indica i punti di attenzione su cui investire, mettendoli in relazione con le aree di crisi già individuate. Anche i pacchetti concordati delle misure “PRESTO” e “LAVORARE in Abruzzo” hanno consentito di contenere gli effetti della crisi economica ed occupazionale ma senza interventi per una ripresa.

L’Abruzzo, insieme alle altre regioni “in transizione” Molise e Sardegna, con evidenti carenze infrastrutturali e difficoltà strutturali, è stato ulteriormente penalizzato da una ripartizione non equa dei flussi economici e, solo dopo un coerente e motivato impegno congiunto istituzioni – parti sociali, si è ottenuta la garanzia da parte del Governo, attraverso una delibera del Cipe, di poter attingere al Fondo di Coesione Nazionale per compensare le mancate risorse non attribuite e di raggiungere un riequilibrio dei fondi.

L’Abruzzo disegna il suo futuro in quanto Regione europea. Vuole essere parte attiva per contribuire allo sviluppo del Paese e dell’Europa, mettendo a disposizione la sua collocazione geografica e le sue risorse e proponendosi come via di passaggio per collegare le Regioni dell’Est Europeo e del Mediterraneo e per favorire l’interscambio economico, sociale e culturale.   In questa direzione si pongono i progetti della Macroregione Adriatico-Ionica e la proposta di inserimento della Civitavecchia-Roma-Abruzzo-Ploce nei corridoi europei.

“La Commissione Europea, nel mese di giugno, definirà il Piano di Azione per la Macro regione Adriatico-Ionica, affidando, al Parlamento Europeo, agli Stati Nazionali e alle Regioni coinvolte, il contributo di proposta e di condivisione ed è  in questa occasione che  il nuovo Governo regionale dovrà riacquistare il proprio ruolo all’interno dei grandi progetti europei, strategici e fondamentali per lo sviluppo, recuperando la capacità di iniziativa ed alleanze, - invita Maurizio Spina”. 

Nelle attività di programmazione la Regione Abruzzo dovrà svolgere un ruolo più funzionale, individuando con chiarezza i soggetti attuatori con una netta distinzione tra indirizzo e gestione, attraverso la riorganizzazione degli uffici regionali e la  costituzione di un’unica autorità di gestione, sotto la responsabilità della Presidenza della Giunta.

Bisogna creare e sostenere una “governance” della programmazione, strumento utile per l'analisi e la ricerca di soluzioni condivise. Solo così sarà possibile costruire l’Abruzzo delle eccellenze, - rimarca il  numero uno della CISL AbruzzoMolise”.

  • Monica De Vito

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