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Viva il 25 aprile. Viva la Repubblica. Viva l'Italia

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Viva il 25 aprile. Viva la Repubblica. Viva l'Italia

CGIL,CISL e UIL insieme alla Provincia di lsernia il Comune di Rocchetta al Volturno, il Comitato Antifascista Molisano, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, l'Unione degli Studenti,  hanno commemorato   il 25 aprile presso Monte Marrone, il 72° anniversario dei caduti della Resistenza e la Liberazione dell'Italia dal fascismo e dal nazismo.

E' importante celebrare la nostra Repubblica e a ricordare quel sentimento di libertà che è diventato un punto fermo della nostra storia, della nostra identità nella nostra memoria.

Dopo gli anni della dittatura l'Italia è riuscita a riscattarsi, unendosi alle altre nazioni mettendo in campo forze che in Europa si sono battute contro il nazifascismo.

Si può dire che da lì è partito il percorso che ha portato poi all'avvio del progetto europeo, diventato un trattato che noi siamo chiamati ancora a sviluppare, e che poche settimane fa a Roma è stato richiamato. 

L'Unione Europea deve essere all'altezza del passaggio epocale che stiamo attraversando e sviluppare politiche capaci di ridurre gli squilibri interni e i troppi egoismi.

Ricordiamo questa giornata e facciamo in modo che sia un patrimonio nelle menti di tutti e soprattutto delle future generazioni, perché la democrazia, la libertà, i diritti, non sono una  conquista  una volta per tutte.

Sono cose da considerare come un patrimonio che ci è stato consegnato e che dobbiamo essere capaci di consegnare proprio a loro, le generazioni future.

Patrimonio consegnato da una generazione che si è battuta per la libertà, per il diritto al lavoro e per la valorizzazione della persona umana.

Invece spesso ci accorgiamo che un po’ alla volta qualche cosa ci sfugge.

Da lì bisogna ripartire, tenendo a mente che senza lavoro non c’è sviluppo, progresso e libertà. Il lavoro è ciò che rende la persona completa e come sempre tutti affermano, senza lavoro non c’è dignità.

Ecco perché anche il celebrare una festa, come noi oggi facciamo, deve servire a smuovere la coscienza civile per avere una società viva,  condizione dello sviluppo, della tolleranza, quale muro maestro per la tenuta dello stesso ordinamento democratico.

I valori di libertà, pace, solidarietà, giustizia, animarono la rivolta morale del nostro popolo contro gli orrori della guerra, contro le violenze disumane del nazifascismo, contro l'oppressione di un sistema autoritario, diventarono il fondamento etico della nostra nazione.

Quei valori oggi sono ancora più necessari che mai nella nostra società per affrontare al meglio le storture che la storia attuale ci pone davanti.

 Oggi viviamo una festa, soprattutto per i ragazzi e i bambini.

E' la festa della libertà di tutti. Una festa di speranza ancor più per i giovani: battersi per un mondo migliore è possibile e giusto, non è vero che siamo imprigionati in un presente irriformabile. 

Ho letto solo pochi mesi un libro “Possa il mio sangue servire” dove solo la narrazione da i brividi.

 Narra il vissuto dei tanti eroi hanno donato la vita per la nostra libertà, dai "piccoli maestri" che hanno lasciato gli studi per salire in montagna, alle donne che hanno affrontato a testa alta il rischio più alto e la prigionia.              A questi dobbiamo affiancare gli eroi quotidiani che salvarono vite, che diedero rifugio a ebrei, che si prestarono a compiti di cura o di supporto.

 Certo non basta una cronologia per descrivere le radici di un Paese come il nostro, rinato da quelle macerie e da quegli orrori.

 E certo che non potrà mai bastare il pensiero dovuto di gratitudine e di riconoscenza profonda a tutti quelli che, in tanti, hanno sacrificato la propria vita per la Liberazione e questo pensiero a quei giovani soldati, provenienti da diversi Paesi, che sono morti in terra italiana con tutti gli italiani che hanno sacrificato la vita per liberarci dalla barbarie.

 Gli eroi di quei giorni tra cui Gaime Pintor che a dicembre 1943 nel tentativo di attraversare clandestinamente la linea Gustav, trova la morte su una mina.

 La storia rileverà poi che egli avrebbe dovuto raggiungere Roma e lì organizzare un gruppo partigiano, secondo il mandato ricevuto dal servizio segreto inglese di stanza a Napoli'.

          Mandato operativo che egli aveva cercato lasciando la casa di Roma per raggiungere Napoli, Bari e ancora Napoli, dove si era attivato per contattare gruppi antifascisti e partecipare così attivamente in prima persona alla liberazione dell'Italia.

 Spinto a tanto dalla sua convinzione' come si legge nei suoi scritti, che "un popolo portato alla rovina da una finta rivoluzione può essere salvato e riscattato da una rivoluzione vera ".

 Il cippo che lo ricorda oggi nel luogo della morte e'sicuramente il simbolo di questa sua massima di vita di uomo di cultura ed ex ufficiale dell'esercito alla ricerca di nuovi modelli di lotta di liberazione con gli italiani protagonisti.

 Questi eroi quando fu come Pintor traevano la determinazione di resistere, anche chiaro che l'esercito di liberazione avrebbe tardato la sua avanzata, forti di precisi ideali di libertà, uguaglianza, democrazia.

 Un sogno, il loro, che si è tradotto in atti e strumenti concreti, quali la scelta, dopo il 25 aprile, di guardare avanti, evitando di ingessare il paese in una guerra fratricida, compiendo un atto forte di riconciliazione quale fu l'amnistia del 1945, e successivamente collaborando fattivamente, nell'Assemblea Costituente, per dare al Paese una Costituzione moderna e democratica.

Pietà per i morti, rispetto dovuto a quanti hanno combattuto in coerenza con i propri convincimenti, sentimenti che non devono portare a confondere le cause, né a cristallizzare le divisioni di allora tra gli italiani.

L'antifascismo fu e resta elemento costituivo dell'alleanza popolare per la libertà e quindi dell'Italia repubblicana.  

          La Costituzione è il frutto principale del 25 aprile.    

 Il patriottismo della Costituzione può incidere per una consapevolezza moderna della nostra identità d’italiani in un'Europa che deve ritrovare se stessa e la propria missione. 

          Il Mediterraneo è diventato il sacrario delle vite e delle speranze stroncate di centinaia di donne, uomini, bambini, in fuga dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla fame In cerca di un sogno di vita.

 

         L'Europa si giocando la sua credibilità e il suo stesso futuro: senza solidarietà non è Europa.

          Il destino delle nostre democrazie è affidato a un Continente che non deve mai dimenticare i valori morali e sociali su cui poggia la propria civiltà.

          Un continente la nostra Europa che deve respingere i venti di guerra provenienti da altri continenti e fomentati da personaggi che pare sia avvezzi alla guerra quale gioco.

                 Dobbiamo con forza dire tutti “BASTA CON QUESTO GIOCO ALLA GUERRA".

          I sindacati e le associazioni insieme per un urgente appello di pace.

 Un appello alla civiltà suprema del dialogo, della sua umanità, della sua intelligenza", un appello unitario quello che voglio leggere dei presidenti di ANPI Carlo Smuraglia, di ARCI, Francesca Chiavacci, delle ACLI, Roberto Rossini, e i dei segretari generali di CGIL, CISL e UIL Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

 Leggiamo e apprendiamo di bombe, di grandi eventi nucleari, di raid preventivi. Un irresponsabile e impressionante gioco alla guerra che deve essere subito fermato. Chiediamo con forza alle Istituzioni internazionali, ai Governi del mondo -sottolineano nell'appello - che si metta a tacere l'assurdo di queste intenzioni che porterebbero a effetti disastrosi e di morte già tragicamente vissuti. Facciamo appello alle cittadine e ai cittadini affinché si mobilitino per diffondere il più possibile voci e iniziative di pace, anche in nome della nostra Costituzione che sempre ci ricorda che "l'Italia ripudia la guerra".nti nucleari, di raid preventivi. Un irresponsabile e impressionante gioco alla guerra che deve essere subito fermato. Chiediamo con forza alle Istituzioni internazionali, ai Governi del mondo che si metta a tacere l'assurdo di queste intenzioni che porterebbero a effetti disastrosi e di morte già tragicamente vissuti".

La lotta al terrorismo all'integralismo saranno più efficaci se le nostre istituzioni e le nostre società sapranno sviluppare i principi di autentica laicità, garantendo la libertà religiosa e chiedendo alle diverse comunità di impegnarsi nel rispetto di valori universali condivisi.

 La migliore risposta che si può dare agli attacchi terroristici è costruire un’Europa unita e solidale.

   La democrazia è partecipazione, efficacia delle decisioni, cooperazione per il bene comune, battaglia per la legalità, lotta alla corruzione, lotta contro le mafie e le organizzazioni criminali.

          La nostra democrazia è frutto delle lotte partigiane, del sacrificio di chi si è battuto per il diritto al  lavoro.

          Le istituzioni non esauriscono tutto il bisogno di democrazia necessario, ancor più nella società globale, dove gli spazi delle sovranità nazionali si riducono.

          Occorre aprire i canali per consentire l'impegno attivo, creativo dei cittadini e dei corpi sociali e non ridurlo.

          Il ruolo del sindacato e dei corpi intermedi è necessario in una società come la nostra, dove vi sono troppe disuguaglianze, tante persone sole e che non hanno voce.

          Le condizioni di vita delle persone possono cambiare solo attraverso la via della rappresentanza e della responsabilità, con un cammino collettivo fatto di partecipazione e speranza di rinascita, come avvenne per la liberazione 72 anni fa.

          Per fare in modo che non abbia la meglio il populismo e l’antagonismo sterile, con la concezione dove prevale la logica del più forte sul più debole.

          La festa della Liberazione è un incitamento a tenere la schiena dritta, a essere fedeli a noi stessi.

 

         Viva il 25 aprile. Viva la Repubblica. Viva l'Italia 

 

 

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