Chiusura uffici postali: riunione a Lentella il 23 febbraio
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La classe dirigente della CISL di Chieti si è riunita all’Hotel Villa Maria di Francavilla per la sua assemblea congressuale alla presenza del segretario generale della USI Cisl AbruzzoMolise, Maurizio Spina, e il segretario Confederale nazionale della Cisl, Giovanni Luciano.
Nella relazione introduttiva, Leo Pio Malandra, Segretario Usi Responsabile di Chieti, ha sottolineato l’importanza dell’azione sindacale per ridare dignità alle persone attraverso il lavoro, mezzo per realizzare se stessi.
“Dobbiamo cogliere l’opportunità della crisi per costruire nuove basi, fortemente valoriali ed etiche, il rilancio del Paese, dell’Abruzzo e della provincia di Chieti . Oggi grazie al progresso tecnologico e scientifico possiamo migliorare le condizioni di vita dei popoli. La CISL, con i processi di riorganizzazione e interregionalizzazione, si è preparata a gestire questa fase di cambiamento e di trasformazione. Il sindacato deve vivere questo momento da protagonista interpretando e rappresentando i bisogni e le esigenze dei cittadini nei territori , - ha spiegato Malandra”
Dopo un’analisi della crisi strutturale l’assemblea congressuale si è soffermata sulla situazione della provincia chietina. Nel corso del 2016 sono state avviate 2.295 nuove imprese, a fronte di 2.399 aziende che hanno cessato l’attività. Risultano negativi il saldo (-104) ed anche il tasso di crescita (-0,23). Sono più di 45.000 le aziende registrate nella provincia, quasi il 31% del totale regionale. Chieti ha un sistema economico equilibrato: 29 aziende su 100 sono agricole, 9 manifatturiere, 11 edili, 21 del commercio, il resto è costituito da imprese di servizi.
Chieti rappresenta più del 70% dell’export regionale. La presenza di gruppi multinazionali si fa sentire. Vengono inviati all’estero mezzi di trasporto e prodotti in gomma e plastica. I principali mercati di sbocco delle merci: Unione europea, resto d’Europa, America settentrionale, Asia. Chieti rimane la locomotiva dell’economia regionale, pur con qualche contraddizione. Nel 2014 dalle attività produttive (agricola, industriale, del commercio e dei servizi) è scaturita una ricchezza stimata in 8 miliardi e 330 milioni di euro.
Gli occupati sono 146 mila, 20 mila i disoccupati. Il tasso di occupazione, 57,1%, è il più alto a livello regionale. Dal 2008 mancano 3 mila posti di lavoro e l’occupazione è crollata di 2 punti. Sono soprattutto i giovani a pagare il peso della crisi: negli ultimi 8 anni gli occupati si sono ridotti sensibilmente nelle classi di età 15–24 e 25-34 anni; la flessione è più contenuta man mano che si sale d’età; poi, il segno diventa positivo e gli occupati crescono d’improvviso di oltre 20 punti nella classe 55-64 anni. Tra i settori, salgono agricoltura e industria, scendono le costruzioni, e di poco anche i sevizi, che comunque occupano quasi il 54% delle persone. Il tasso di disoccupazione (11,9%) raddoppia rispetto al 2008, ma resta al di sotto della media regionale. La disoccupazione giovanile, al 37% nella classe d’età 15-24 anni, è in discesa dopo anni di crescita ad un tasso molto elevato.
I disoccupati sono aumentati sensibilmente, nonostante il ricorso agli interventi della cassa integrazione, ordinaria, straordinaria e in deroga. In realtà, nel 2016, dopo anni di rapida espansione, questi strumenti si sono drasticamente ridotti, anche a causa delle nuove disposizioni di legge che ne hanno limitato l’impiego. Comunque, sono 3 milioni e 358 mila le ore di intervento richieste, soprattutto di cig straordinaria. Il 79% si è concentrato nell’industria, che ha utilizzato 2 milioni e 676 mila ore. Pur distanziato, comunque anche il settore commercio ha dimostrato una notevole difficoltà, testimoniata dal ricorso alla cassa integrazione: 434 mila ore, pari al 13% del totale.
“La salute del territorio chietino ha bisogno, - come ha suggerito Malandra -, di forte impulso allo sviluppo dove tutte le forze imprenditoriali non devono continuare ad offrire solo consulenza ma diventare veri e propri attori promuovendo nuove attività imprenditoriali, innovative ed ecosostenibili. Gli enti locali della provincia devono rafforzare la loro azione concertativa al fine di favorire gli investimenti e le start up e ridare competitività al territorio più grande della Regione Abruzzo. Tutto ciò deve avvenire senza tralasciare il valore aggiunto che può apportare il Porto di Ortona che rappresenta l’unica via di collegamento e comunicazione tra il mare Adriatico e Tirreno.”
“Ma un forte contributo per la ripresa economica ed occupazionale, - continua il segretario della CISL - deve venire da un’azione unitaria delle forza sociali per interloquire e stimolare il mondo della politica che, fino ad oggi, nella gestione delle crisi aziendali e territoriali, si è limitata a solo generici impegni, con il coinvolgimento dei tavoli di crisi regionali e nazionali, senza produrre risultati concreti”.