Evoluzione del sistema produttivo in Abruzzo
- Modificato il: Lunedi, 12 Gennaio 2015
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Istruzioni
La centralità dell’industria
nella costruzione di nuove politiche
per la crescita
I dati sul PIL delineano un quadro congiunturale negativo di un decennio in forte difficoltà che non vede inversioni di tendenza nel breve e medio periodo; infatti Prometeia prevede la contrazione del prodotto interno lordo italiano anche per il 2013 e il 2014.
Questa mattina la CISL AbruzzoMolise, insieme al Prof. Giuseppe MAURO, Ordinario di Politica Economica della Università D’Annunzio di Pescara-Chieti, hanno organizzato una conferenza stampa per presentare un’analisi sulla situazione del sistema produttivo e illustrare una serie di proposte per il rilancio delle politiche industriali.
“L’Abruzzo vive un periodo di stagnazione, come dimostrano i dati economici ed occupazionali: il PIL dal 2001 al 2013 è diminuito mediamente del 2%, - afferma il Prof.Giuseppe Mauro.
Gli effetti negativi della crisi si sono riflessi soprattutto sul mercato del lavoro, che negli ultimi cinque anni, dal 2008 al 2013, ha perso 12 mila occupati nel settore dell’industria.
“Non siamo una regione del Mezzogiorno, - continua il Prof.Mauro-, grazie alla tenuta del settore industriale, per cui rilanciare l’industria deve essere il punto saliente delle scelte per politiche per lo sviluppo regionale, avendo l’apparato produttivo abruzzese delle specificità territoriali a cui il mondo della politica deve dare risposte concrete.”
Il sistema industriale abruzzese, secondo la ricerca presentata questa mattina, è ancora determinante per lo sviluppo della nostra regione, ma risente di un tessuto produttivo fortemente parcellizzato e non pronto a raccogliere le sfide competitive che il mercato globalizzato ci impone.
Questi dati ci affidano un importante compito sulla capacità del sistema produttivo di intraprendere un nuovo cammino di crescita in Abruzzo, rafforzando la propensione all’esportazione, visto che i consumi interni continuano a scendere a causa del calo della contrazione del reddito disponibile delle famiglie, penalizzate da un’elevata tassazione e da una riduzione del lavoro.
Il peso del valore aggiunto dell’industria sulla economia regionale resta comunque importante, come il tasso d’industrializzazione si attesta superiore alla media nazionale e rimane ancora elevato. Inoltre, in Abruzzo, sono da registrare fasi di riorganizzazione dell’apparato produttivo attraverso la riforma dei consorzi, l’incremento del numero delle imprese che hanno aderito ai Poli e ai contratti di rete, che sono passati da 32 aziende associate nel 2010 a 564 oggi.
“E’ fondamentale diventare una regione più attrattiva per nuovi investimenti, come è avvenuto per la Carinzia, regione austriaca, individuando aree attrezzate; garantire una politica fiscale di vantaggio da parte dei Comuni interessati,tempi certi sulle procedure da parte della regione e una politica contrattuale delle parti sociali di vantaggio per limitare i costi di avviamento delle nuove attività'“- dichiara Maurizio Spina -.”
“Al Presidente D’Alfonso, il compito di realizzare un nuovo patto per il lavoro e l’economia, che chiami tutti i soggetti a fare la propria parte, in una fase ancora irta di difficoltà, creando una “Regione Amica delle grandi imprese nazionali e multinazionali” dando continuità' nei rapporti e risposte concrete ai problemi. Diamo impulso al Piano “Garanzia Giovani” e si firmi il protocollo di impegno delle parti sociali, come proposto dallo assessore al lavoro, -chiede il Segretario della CISL Abruzzo–“.
“Sulle politiche di sviluppo è importante che la Giunta riveda subito la legge 40 a partire dal potenziamento delle reti d’impresa e del ruolo del Polo per l’internazionalizzazione. Per il rilancio delle politiche industriali e incrementare la competitività del sistema va completato l’apparato infrastrutturale, vanno sbloccati i lavori pubblici, va garantita la continuità del finanziamento per la ricostruzione di L’Aquila e l’utilizzo delle risorse per la sicurezze nelle scuole, e vanno intercettate le risorse indirette nazionali e comunitarie istituendo un task-force”- illustra SPINA”.
“Ci aspettiamo che D’Alfonso convochi le parti sociali su proposte concrete per dare una svolta alle politiche industriali e creare occupazione in Abruzzo e la Cisl è pronta ad assumersi le proprie responsabilità', - conclude Maurizio Spina, Segretario CISL AbruzzoMolise”.
Il Segretario CISL, Maurizio SPINA
L’economia abruzzese e molisana stenta a riavviarsi. Il 2013 è stato ancora un anno negativo: secondo le stime effettuate dallo SVIMEZ, il PIL scende in entrambe le regioni.
Un quadro sfavorevole per la crescita che si riflette anche sui valori del mercato del lavoro: in Abruzzo dal 2008 ad oggi l’occupazione è scesa di quasi 50 mila occupati. La situazione è drammatica, nei primi 9 mesi del 2014 solo 474 mila persone hanno un posto di lavoro a fronte dei 523 mila occupati nel 2008. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di 6,2 punti percentuali rispetto a 6 anni fa. Dal 2008 ad oggi il sistema delle imprese ha perso 4 mila lavoratori, mentre nel terziario, le imprese del commercio e dei servizi, hanno fatto registrare, addirittura, un calo di 55.000 unità. Il settore delle costruzioni registra una situazione stabile del numero degli occupati: 46 mila lavoratori. Solo in agricoltura, nei primi 6 mesi di quest’anno, gli occupati sono aumentati di 10 mila unità. Nel terzo trimestre 2014 continua la crescita tendenziale del numero dei disoccupati che sono passati dai 32 mila del 2008 ai 70 mila rilevati dall’ISTAT nel scorso mese di settembre. Il tasso di disoccupazione è pari al 12,9%, in crescita di 1 punto percentuale rispetto al 2013.
Dopo 6 anni dall’inizio della più grave crisi economica dal dopoguerra, il mercato del lavoro in Molise ha perso 11 mila occupati. Anche se nel terzo trimestre 2014 si registra una lieve crescita rispetto all’anno precedente, attualmente solo 105 mila persone hanno un posto di lavoro a fronte dei 116 mila occupati nel 2008. Il tasso di occupazione continua a diminuire: siamo passati dal 54,6% nel 2008 al 50,1% nel 2014. Dal 2008 ad oggi solo nel settore dell’agricoltura si registra un aumento della forza lavoro. Il tasso di disoccupazione dei molisani è arrivato al 13,2%, quasi 4 punti percentuali in più rispetto al 2008. I disoccupati, dal terzo trimestre 2008 ad oggi sono aumentati, passando da 12 mila a oltre 16 mila. Secondo i dati dell’INPS le ore autorizzate di Cig da gennaio ad ottobre sono in aumento.