May24

La Regione Abruzzo ignora scelte e risorse necessarie per la funzionalità dell’ente

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La  Regione Abruzzo ignora scelte e risorse necessarie per la funzionalità dell’ente

Mentre la stampa nazionale si riempe di  pagine sulla riforma del Testo Unico della Pubblica Amministrazione approvato in Consiglio dei Ministri, la  Regione Abruzzo continua a ignorare  le scelte e le risorse necessarie a garantire la funzionalità dell’ente .

A tre anni dall’insediamento della Giunta, nonostante le parole e i tanti slogan, non è ancora comprensibile, neppure tra i più esperti, l’idea organizzativa della macchina regionale.

Abbiamo assistito a parziali modifiche di questo o quel dipartimento, spesso  riformulate, ad un continuo alternarsi di incarichi e rinunce di dirigenti, anche in servizi strategici, come quelli che governano i fondi europei, a nomine di “esperti” poco trasparenti e comprensibili, in totale assenza di un piano di riorganizzazione definito, condiviso, attuabile.

Restano inalterati i disservizi per l’utenza ed un profondo ed accentuato disagio  organizzativo  per i dipendenti  regionali.

Una riorganizzazione condivisa, individuati dirigenti con il grado di autonomia e responsabilità necessari, rappresenta invece la premessa ad una maggiore funzionalità e speditezza delle procedure.

La governance della macchina organizzativa dal punto di vista politico non funziona se non si individuano precise deleghe e responsabilità.

Urge e sono  necessarie scelte per un programma di sviluppo delle risorse umane.

Oggi paradossalmente rispetto alle scelte sul piano nazionale, l’Abruzzo registra  una stretta accentratrice che soffoca e rallenta le capacità professionali, pur presenti tra i dipendenti.

Per di più si rincorrono le questioni con interventi improvvisati, scollegati,  cancellando ogni impostazione programmatica e a volte operando al limite delle stesse  norme, rompendo così quel rapporto corretto tra scelte politiche e competenze tecnico amministrative necessarie e nel rispetto delle rispettive autonome competenze.

Le relazioni sindacali sono sporadiche e superficiali e quando ci sono vedono la parte pubblica presentarsi senza direttive e senza potere decisionale mentre le  OO.SS. quotidianamente denunciano lo stato di malessere che serpeggia tra il personale per il mancato pagamento di alcuni istituti contrattuali ivi compreso il welfare aziendale, previsto dalle norme,  che pure aiutano ad affrontare la vita quotidiana.

Siamo quasi a metà anno e va ancora affrontata la partita relativa agli obbiettivi di servizio per il 2017, da cui discendono l’applicazione degli istituti contrattuali e i  rispettivi compensi  del fondo.

Si ripete colpevolmente un ritardo che porta con se il premio per dirigenti e dipendenti. Facile parlare di meritocrazia!

Renderla  effettiva e verificabile è ben lontano dagli orizzonti della Regione Abruzzo.

In sostanza gli obiettivi della riforma Madia ”finalizzati alla creazione di un apparato professionale qualificato ed adeguato, regolato dal merito e orientato al servizio, capace di interagire fattivamente con le esigenze dell'utenza, secondo una logica operativa di progressiva sostituzione dell''amministrazione per atti con 'l'amministrazione di risultato” sono lontanissimi.

lo stesso atteggiamento vale anche per altre questioni, come la gestione delle funzioni transitate dalle Province, una tra tutte quella sui centri per l’impiego, che dovrebbero svolgere importanti e significative attività nei confronti dei soggetti quali: disoccupati, lavoratori beneficiari di strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro e a rischio di disoccupazione ma sono al palo, senza un progettualità della regione.

Tale atteggiamento superficiale della struttura Direttiva della Regione Abruzzo, oltre a generare un forte sentimento di disaffezione da parte del personale, produce anche una caduta motivazionale dei dipendenti nell’attività lavorativa quotidiana.

 Non possiamo che registrare con disappunto la mancanza di una visione programmatica della governance di processi sempre più accentrati e per questo lenti, senza una riorganizzazione complessiva per settori definiti nella mission e nei risultati.

Pertanto sollecitiamo il Presidente ad attivare il confronto necessario, rapido , puntuale e stringente per affrontare tutti i nodi sul tappeto, perché non sfugge a nessuno che questa gestione dell’organizzazione e del personale pregiudica lo sviluppo stesso della Regione, a partire dal lavoro.

               

CGIL FP                                                                                          CISL FP                        

    Rita Candeloro                                                                             Vincenzo Traniello          

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