Lug16

Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere

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Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere

In questi giorni è stato reso noto il "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" ai sensi dell’ art. 5 della L. 119/2013 c.d. sul femminicidio” . Il testo in esame, che vi anticipiamo ma che entrerà in vigore solo mediante specifico Dpcm, punta a definire un sistema integrato di politiche pubbliche finalizzate ad affrontare tre specifici livelli di azione contro la violenza sulle donne e che attengono alla prevenzione, alla protezione e alla punizione. Con riferimento ad ognuno di questi ambiti nel Piano sono declinate una serie di interventi tra cui segnaliamo in particolare: la prevista costituzione di un sistema integrato di raccolta ed elaborazione dati sulla violenza provenienti da diverse banche dati sia istituzionali sia private; le attività di comunicazione, educazione, formazione e valutazione rischi a diversi livelli finalizzate a promuovere un linguaggio di genere, un’immagine non stereotipata della figura femminile nonché misure a tutela delle vittime, una specifica attività internazionale di cooperazione finalizzata a favorire lo scambio di buone prassi e la definizione di un sistema di indicatori comuni globali di approccio e di contrasto al fenomeno e infine misure di reinserimento socio-lavorativo delle vittime e recupero dei maltrattanti.

Si tratta, come appare del tutto evidente, di una pluralità di interventi complessi a breve e lungo termine la cui portata e ricadute andranno monitorate nel tempo, non essendo nell’immediato possibile, aldilà delle buone intenzioni, misurare qualitativamente e quantitativamente l’effettiva possibilità di realizzazione delle stesse attività come sopra descritte. A ciò si aggiunga la perplessità inerente la dotazione economica a disposizione (c.a. 10 milioni all’anno per il periodo 2013- 2016) che rispetto alla vastità degli obiettivi dichiarati ci auguriamo possa realmente essere sufficiente. Nel Piano si prevede altresì una strategia di governance per l’attuazione delle azioni contemplate basata su una duplice articolazione, una centrale, di indirizzo politico, con una specifica “Cabina di regia interistituzionale”, e la seconda, di supporto tecnico, con la costituzione di un “Osservatorio Nazionale sul fenomeno della violenza”, dove non sono esplicitamente richiamate le OO.SS., tenuto ad operare in raccordo con gli osservatori regionali già esistenti e dove pure operano diversi organismi della società civile, tra cui ci sono le Parti sociali, attivi a vario titolo nel contrasto alla violenza di genere.

A riguardo, in linea con le indicazioni contenute nella Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata dall’Italia con Legge n° 77/2013 e in coerenza con l’approccio multitasking proposto nella “Piattaforma Cisl sulla prevenzione della violenza sulle donne e i minori”, auspichiamo che i diversi stakeholders presenti nei previsti tavoli territoriali “di coordinamento del sistema degli interventi per il contrasto, il trattamento della violenza maschile contro le donne e loro inserimento socio-lavorativo”, tra cui figurano le parti sociali, siano messi nelle condizione di agire e di dare, ognuno in base alle proprie specifiche competenze, il proprio contributo fattivo in materia di prevenzione, protezione, recupero e reinserimento socio-lavorativo delle vittime, aspetto quest’ultimo che continuiamo a ritenere il vero strumento di riscatto per la donna violata sulla quale spesso grava la doppia fragilità ovvero della violenza subita e dell’assenza di prospettiva lavorativa.
Di qui il nostro interesse per le misure specifiche sul lavoro femminile contenute nel decreto legislativo del Jobs Act in materia di maternità e conciliazione famiglia-lavoro, ad oggi non ancora varato, che pure contiene aspetti rilevanti, come nel caso del congedo per le donne vittime di violenza.
Come Cisl monitoreremo con attenzione soprattutto la fase operativa del Piano rispetto alla quale crediamo si debba recuperare e riservare, a partire dal suddetto Osservatorio Nazionale maggiore spazio sul tema del lavoro delle donne e sul fenomeno della violenza sulle donne sui luoghi di lavoro che si annida in forme diverse (v. dimissioni in bianco, mobbing, molestie…) e che lo stesso Piano non affronta in maniera diretta e compiuta. Vale la pena ricordare che sul tema della violenza di genere sui luoghi di lavoro la Cisl ha predisposto unitariamente una specifica Intesa che prevede diversi interventi sia sul piano legislativo, sia culturale sia soprattutto di tipo contrattuale con riferimento alla definizione di codici di condotta e buone pratiche nell’ambito della contrattazione di secondo livello e che già oggi ha prodotto alcuni importanti risultati.

In questo senso la Cisl è interessata a dare il proprio contributo sia all’interno dell’Osservatorio Nazionale sul fenomeno della violenza, sia a livello di osservatori regionali attraverso le proprie strutture locali e più in generale negli spazi di confronto adeguati che la Cisl continua a chiedere sui temi del lavoro delle donne e del contrasto alla violenza sulle donne e i minori, compreso il tema della tratta, questione affrontata negli incontri interlocutori di preparazione alla bozza del Piano Nazionale antitratta a cui la Cisl ha partecipato esprimendo le proprie valutazioni.

Nella sezione "Le pubblicazioni" è possibile consultare e scaricare il testo del Piano, Le Slides di presentazione e i nuovi dati Istat su "La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia" presentati lo scorso 5 giugno 2015.

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